La normativa

Entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo sulla privacy


Obiettivo


Considerando che la Protezione delle Persone Fisiche con riguardo al trattamento dei dati di carattere personale è uno dei Diritti Fondamentali, per salvaguardare e definire meglio questi trattamenti sempre più minacciati e violati dalla crescita esponenziale del progresso tecnologico, l'Europa ha introdotto il nuovo Regolamento Europeo sulla Privacy UE 2016/679 (GDPR)(Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) che introduce nel nostro ordinamento la Certificazione dei Processi per la tutela delle Persone Fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e la libera circolazione degli stessi allo scopo di garantire in ugual modo e misura in tutti i Paesi dell'Unione Europea la protezione e la tutela di tali dati.

Scadenze


  • 14 aprile 2016 Approvazione del nuovo Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) dal Parlamento Europeo, in materia di protezione dei dati personali.
  • 25 maggio 2016 Entrata in vigore del regolamento
  • Entro il 25 maggio 2018 Tutte le organizzazioni avranno l’obbligo di adempiere alle prescrizioni contenute nel Regolamento. Fino a tale data vige ancora la Normativa in essere, vale a dire per quanto riguarda l’Italia il D.Lgs 196/2003. Trattandosi di “Regolamento” e non di “Direttiva”, non sarà soggetto a “recepimento” e quindi non sarà né adattabile né modificabile dagli Stati membri.

Imprese coinvolte

Tutte le Imprese micro, piccole, medie e grandi del settore pubblico e privato che trattano dati personali e/o sensibili e/o giudiziari (quindi dai semplici dati del proprio dipendente a dati di carattere biometrico fino a dati legati a provvedimenti penali).

La disciplina avrà efficacia anche extraterritoriale in quanto obbligatoria per qualunque Titolare svolga un flusso informativo verso gli interessati residenti UE.

Sanzioni

Le imprese devono mettersi subito all'opera tenuto conto anche del pesante impianto sanzionatorio: il Regolamento prevede, infatti, un inasprimento delle sanzioni amministrative a carico delle imprese private e pubbliche; nel caso di violazioni di principi e disposizioni del Regolamento, le sanzioni possono arrivare fino ad un massimo di 20 milioni di euro o al 4% del fatturato totale annuo dell'esercizio precedente e possono subentrare sanzioni penali.